Powered by Smartsupp

        Aiuto          Accedi        Carrello

cervicobrachialgia

La cervicobrachialgia: cos’è e cosa fare

La cervicobrachialgia è una patologia che può colpire uomini e donne, originata prevalentemente da artrosi cervicale ed ernia del disco. 

Il plesso cervicale, costituito da nervi motori che coinvolgono i muscoli della nuca, il trapezio, il romboide, lo sternocleidomastoideo, l’angolare e il diaframma, con i suoi rami sensitivi si collega a collo (parte anteriore), padiglione auricolare, angolo della mandibola, nuca, spalla e zona sopraclavicolare. Qualsiasi anomalia e disfunzione di queste strutture può causare patologie, tra cui la cervicobrachialgia.

Dopo aver descritto sintomi e cause, spieghiamo quali sono le migliori cure per questa patologia.

Cervicobrachialgia: sintomi e cause

La cervicobrachialgia può essere causata da due principali stati degenerativi: artrosi cervicale ed ernia del disco. Spesso, è causata da una forte contrattura dei muscoli scaleni responsabile di brachialgia.

I sintomi sono:

  • Dolore cervicale che dalla nuca si irradia alla spalla e al braccio;
  • Perdita o diminuzione della sensibilità dell’arto superiore (parestesie), soprattutto nelle ore notturne;
  • Riduzione o perdita della forza muscolare e dei riflessi dell’arto superiore;
  • Compressione dei nervi a livello del rachide cervicale;
  • Rigidità e contrattura dei muscoli paracervicali;
  • Formicolio alla mano.

Diagnosi

Il medico, durante l’esame obiettivo, valuterà l’articolarità del rachide cervicale in flessione (anche laterale), estensione e rotazione effettuando in seguito test di compressione foraminale. Se il paziente prova dolore radicolare durante il test potrebbe presentare un’alterazione discale o una pressione sulla radice nervosa. Altri test da eseguire sono il test di compressione di Jackson, il segno di Bakody (abduzione della spalla), il test di Spurling. 

La diagnosi prevede anche esami strumentali (radiografia, Tac, Risonanza Magnetica).

Cervicobrachialgia: cure, trattamenti, rimedi efficaci

La fase acuta della cervicobrachialgia viene gestita con la prescrizione da parte del medico di:

  • Riposo per un breve periodo;
  • Applicazione di ghiaccio (crioterapia) alternata a bagni caldi (termoterapia);
  • Assunzione di FANS, antidolorifici, cortisonici (se il dolore è molto forte) e miorilassanti (in caso di contratture);
  • Infiltrazioni di cortisone o di anestetico locale;
  • Utilizzo di un collare cervicale rigido GIMA (specie se si manifesta un blocco totale dei movimenti del rachide cervicale) e di un cuscino cervicale.

Superata la fase acuta, si passerà ad un percorso di Fisioterapia e Riabilitazione.

Fisioterapia d’avanguardia e Riabilitazione

Allo scopo di pianificare un percorso terapeutico personalizzato e mirato, il fisioterapista procederà innanzitutto alla valutazione globale e distrettuale del paziente indagando sulle cause della sindrome brachiale.

La prima fase prevede la scelta delle migliori terapie fisiche strumentali per ridurre ed eliminare dolore e infiammazione:

  • Tecarterapia ad azione analgesica, antinfiammatoria, vascolarizzante, decontratturante e rigenerante che può essere abbinata alla terapia manuale, ci si può affidare al prodotto tecarterapia DIACARE 5000.
  • Laser Yag ad Alta Potenza, efficace e rapido;
  • TENS;
  • Ionoforesi.

Nella seconda fase, si passerà alla terapia manuale e riabilitativa per sbloccare e ripristinare la funzionalità muscolare ed articolare sottoponendo il paziente a sedute di:

  • Terapia manuale osteopatica per eliminare contratture e liberare i blocchi articolari;
  • Massaggi decontratturanti effettuati dal Massoterapista;
  • Trattamento miofasciale dei TP (trigger point);
  • Esercizi terapeutici passivi e attivi (stretching dei muscoli scaleni, decompressione, mobilizzazione, potenziamento muscolare, esercizi posturali) per recuperare forza, tono ed elasticità muscolare.

Si valuta il ricorso all’intervento chirurgico se le terapie conservative non portano a risultati soddisfacenti dopo un anno. Succede nei casi di compressione del midollo spinale, di ernia discale cervicale avanzata oppure di deficit neurologici di sensibilità e forza agli arti superiori. L’intervento mira alla decompressione nervosa.

Metodo Mézières per correggere deficit posturali

In fase di valutazione globale e distrettuale, il fisioterapista eseguirà l’esame Baropodometrico per verificare l’eventuale presenza di deficit posturali. Se l’esame darà esito positivo, lo specialista consiglierà al paziente di sottoporsi al metodo Mézières per la Rieducazione Posturale Globale

Il fisioterapista (esperto Mezierista) seguirà il paziente nell’esecuzione di un allungamento progressivo della catena muscolare posteriore da mantenere in modo duraturo e prolungato. Il metodo prevede la tecnica di respirazione diaframmatica, essenziale durante le sedute. Questo percorso riabilitativo e correttivo a fini terapeutici e preventivi ha come obiettivo il riequilibrio posturale dell’intera colonna, degli arti inferiori e superiori grazie alla messa in tensione globale della catena muscolare posteriore. E’ un percorso individuale ed assicura risultati a lungo termine anche per evitare recidive.

Condividi questo post
Articoli che potrebbero interessarti