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spina calcaneare

I rimedi alla spina calcaneare: Guida a tutti i rimedi

La spina calcaneare può essere confusa con la fascite plantare ed è importante riconoscerla per curarla adeguatamente. Le due patologie sono di tipo infiammatorio ed interessano la fascia plantare, ma la localizzazione del dolore e le cause sono diverse. 

In realtà, la spina (o sperone) calcaneare è una conseguenza degenerativa della fascite plantare (come pure dell’artrosi). 

Scopri quali sono le differenze tra sperone calcaneare e fascite plantare e tutti i rimedi per curare questa patologia.

Spina calcaneare e fascite plantare: differenze

La spina calcaneare è una calcificazione nell’area interna centrale della pianta del piede che forma la spinosa, ovvero una formazione ossea a forma di spina uncinata nella parte antero-inferiore del tallone. Lo sperone calcaneare può essere causato, oltre che dalla fascite plantare, anche dall’uso di scarpe sbagliate, da un tendine d’Achille poco elastico oppure dal piede piatto o cavo. Quando è asintomatico (senza dolore) è più difficile da riconoscere e diagnosticare.

La fascite plantare è un’infiammazione causata perlopiù da un’attività lavorativa o sportiva intensa, da traumi diretti o da posture scorrette che stressano la fascia plantare. Il dolore tipico di questo disturbo è più facile da individuare.

Un altro elemento che differenzia le due patologie è dato dalla localizzazione del dolore: in caso di spina calcaneare, il dolore compare nel tallone e nella parte centrale dell’arco plantare, mentre nella fascite si manifesta sulla zona superiore.

Il dolore tipico dello sperone calcaneare

Il dolore caratteristico della spina calcaneare (sordo e molto fastidioso) si avverte scendendo le scale rapidamente, quando si usano scarpe inadeguate o basse. Si intensifica al mattino o stando in piedi, quando si cammina parecchio o si riprende il movimento dopo il riposo e si avverte anche di notte (in caso di infiammazione acuta).

Una corretta diagnosi prevede, oltre all’esame obiettivo, la radiografia del piede che può evidenziare uno sperone calcaneare posteriore (nel punto d’inserzione del tendine d’Achille) oppure inferiore (alla parte inferiore del calcagno, nel punto d’inserzione della fascia plantare). Nel secondo caso, è associato alla fascite plantare. In fase di diagnosi, occorre escludere eventuali fratture da stress che causano dolore nella stessa area.

Spina calcaneare: terapia conservativa

La cura della spina calcaneare inizia con una terapia conservativa nella fase acuta per ridurre dolore e infiammazione. Il medico prescrive:

  • Riposo per non sollecitare i muscoli del polpaccio ed il tallone;
  • Applicazioni di ghiaccio locale (10-15 minuti ciascuna, 3-4 volte al giorno);
  • Farmaci analgesici e FANS (antinfiammatori non steroidei);
  • Infiltrazioni di cortisone se il dolore è intenso;
  • Impacchi e massaggi con arnica;
  • Utilizzo di scarpe idonee, talloniere in gel/silicone, plantari e solette ammortizzanti che servono a scaricare il tallone e sostenere adeguatamente il piede riducendo il dolore;
  • Stretching per il graduale allungamento dei muscoli di gamba e polpaccio senza forzare, evitando dolori e traumi.

Se la terapia risulta inefficace, nei casi gravi ed avanzati, si valuta l’intervento chirurgico per rimuovere l’esostosi. Questa soluzione è limitata ai problemi articolari, legamentosi, di tipo anatomico: in altri casi, si cerca di evitare l’intervento a causa dell’alta percentuale di recidive.

Spina calcaneare: Fisioterapia, Riabilitazione, Rieducazione Globale Posturale

L’effetto dei farmaci (FANS, cortisonici) è temporaneo e può avere effetti collaterali. 

La Fisioterapia e Riabilitazione è la soluzione a lungo termine per la cura della spina calcaneare: prevede la valutazione distrettuale e globale per individuare la causa ed intervenire alla radice del problema con un percorso terapeutico personalizzato.

Una volta superata la fase acuta, il primo step di questo percorso prevede l’utilizzo delle migliori terapie fisiche strumentali (Tecarterapia, Laser Yag ad Alta Potenza, Ultrasuoni e Onde d’Urto).

Successivamente, quando dolore e infiammazione saranno notevolmente ridotti, il fisioterapista passerà alla terapia manuale per il recupero della mobilità e flessibilità. I trattamenti manuali più efficaci sono eseguiti dall’Osteopata (manipolazioni e mobilizzazione dell’articolazione) e dal Massoterapista (trattamento miofasciale dei trigger point) cui si aggiungono Kinesiotaping ed esercizi terapeutici mirati da eseguire su indicazione ed in presenza dello specialista (stretching, rinforzo muscolare, esercizi eccentrici, posturali, propriocettivi).

Lo step conclusivo, in presenza di deficit posturali, è il metodo Mézières noto come Rieducazione Posturale Globale. Consiste in un allungamento graduale di tutta la catena muscolare posteriore per il ripristino della postura della spina dorsale, arti inferiori e superiori. Questo metodo riallunga e rende elastici i muscoli migliorando l’appoggio e limitando al massimo il sovraccarico sul piede. Viene applicato a fini terapeutici e preventivi, anche per evitare recidive.

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