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Ecodoppler venoso: cosa è, a cosa serve, tipologie

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C’è una differenza sostanziale tra Ecodoppler venoso ed Ecocolordoppler. Il primo restituisce sul monitor immagini bidimensionali in bianco e nero. Il secondo mostra immagini a colori (blu per le vene e rosso per le arterie). L’esame serve a diagnosticare eventuali malattie venose ed arteriose ed a monitorare soggetti particolarmente a rischio di malattie cardiovascolari come diabetici, fumatori, persone affette da ipertensione arteriosa.

In questa guida, ci concentriamo sull’ecodoppler venoso, un esame strumentale diagnostico molto importante. In cosa consiste e quali sono gli strumenti più avanzati per ottenere diagnosi accurate e precise?

Ecodoppler venoso: cosa è, a cosa serve

L’ecodoppler venoso è un esame strumentale diagnostico che permette di osservare il passaggio del sangue nelle arterie e nelle vene allo scopo di individuare eventuali problemi di irrorazione degli organi ed altre anomalie. Di solito, si abbina ad un’ecografia che indaga sulla forma dei vasi sanguigni. Con questi due esami, la diagnosi risulta più affidabile e completa.

L’apparecchio di ecodoppler viene usato in diverse parti del corpo, soprattutto collo, addome ed arti per identificare tempestivamente la presenza o meno di restringimenti, alterazioni del flusso sanguigno, patologie come insufficienze venose, trombosi, stenosi venose e arteriose. 

Sfrutta una tecnologia ad ultrasuoni con cui è possibile valutare le condizioni di salute di vene ed arterie e monitorare il flusso ematico all’interno dei vasi sanguigni. Si tratta di una metodica non invasiva, il cui utilizzo non provoca né fastidio né dolore. Non richiede una particolare preparazione. Il paziente dovrà portare con sé la tessera sanitaria, l’impegnativa del medico ed i referti di esami precedenti. Nel caso in cui la zona da esaminare sia l’addome, il paziente dovrà presentarsi a digiuno da 5/6 ore.

L’ecodoppler non ha controindicazioni.

Come è fatto e come funziona l’ecodoppler

Di solito, l’ecodoppler si integra nell’apparecchiatura usata per eseguire l’ecografia. 

Il dispositivo è composto da 4 elementi:

  • Sonda collegata con un cavo al dispositivo, che emette gli ultrasuoni;
  • Schermo, che mostra i risultati dell’esame;
  • Pannello di comando con cui l’operatore usa l’apparecchio;
  • Sistema informatico che consente la gestione dei dati.

Il funzionamento dell’ecodoppler venoso è piuttosto semplice. Il paziente viene fatto stendere sul lettino e viene spalmato gel denso sull’area da esaminare. Il gel applicato sulla pelle favorisce la trasmissione del segnale facilitando la raccolta dei dati.

In seguito, viene applicata la sonda che emette ultrasuoni. L’onda degli ultrasuoni si diffonde nei tessuti riflettendosi in forma di eco sugli organi interessati. Il segnale emesso, una volta elaborato, si trasforma in suono, curva o colore che sullo schermo indicano la velocità del flusso ematico. 

L’esame dura, in media, 15-20 minuti.

Questa analisi dell’eco permette di riscontrare eventuali anomalie ed alterazioni lungo i vasi sanguigni.

Ecodoppler: tipologie

In commercio sono disponibili 3 diversi tipi di ecodoppler:

  • Continuo, che trasforma in suono la velocità del flusso sanguigno, un suono che viene analizzato durante l’esame dal radiologo;
  • Pulsato, che traduce in grafico la velocità del flusso ematico;
  • A colori (ecocolordoppler) che, abbinato all’ecografia, fornisce un’immagine dettagliata del vaso sanguigno. L’immagine può essere colorata in rosso o in blu a seconda del senso in cui procede la circolazione sanguigna

Ciascuna tipologia, avvalendosi delle proprie funzionalità, consente di elaborare dati in maniera dettagliata e precisa.

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