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Catetere: quali tipologie esistono?

Chi soffre di particolari patologie o è costretto ad allettarsi per questioni di degenza necessita del catetere. Questo strumento risulta indispensabile per svolgere diverse funzioni a seconda delle necessità.

Si tratta di un tubicino, un dispositivo medico di forma cilindrica e cava realizzato perlopiù in materiale plastico morbido e flessibile da inserire in un dotto, in una cavità corporea dell’organismo. Spetta al medico specialistico il compito di prescrivere l’utilizzo del catetere.

Esistono diversi modelli di cateteri, per altrettanti impieghi e caratteristiche.

A cosa serve? Come funziona?

Catetere: a cosa serve, funzioni

La prima cosa che viene in mente quando si pensa al catetere è quello urinario, lo strumento usato per drenare la vescica quando non si è in grado di svuotarla normalmente. Il processo, noto come cateterismo intermittente, può risultare necessario dopo un intervento chirurgico o durante la degenza a letto, in ospedale. Il catetere urinario viene usato da molti soggetti colpiti da disfunzione della vescica per varie patologie come sclerosi multipla, lesione del midollo spinale, diabete, morbo di Parkinson, incontinenza, infarto, spina bifida.

Esistono diversi tipi di catetere a seconda dei casi e delle patologie che ne richiedono l’uso.

Sono principalmente tre le finalità legate all’uso dei cateteri:

     

      • Diagnostica: ad esempio, quando occorre prelevare campioni di sangue e controllare le funzioni di un organo;

      • Terapeutica: per introdurre nutrienti, fluidi o medicamenti oppure per agevolare il drenaggio aspirato o spontaneo del contenuto;

      • Chirurgica per interventi di microchirurgia o per somministrare anestetici (catetere epidurale).

    Come funziona la cateterizzazione?

    Il processo di inserimento del catetere (cateterizzazione) consiste in manovre eseguite per vari motivi. Ad esempio, se si tratta di un modello diagnostico per il cuore, in fase di cateterizzazione cardiaca si inserisce lo strumento nelle vene o arterie di gambe e braccia per, poi, farlo avanzare fino a raggiungere le camere del cuore: in questo modo, il dispositivo fornisce valori sulla salute e le funzioni dell’organo.

    In caso di cateterizzazione terapeutica in angioplastica, si usa un catetere a palloncino da inserire in un vaso sanguigno per ridurre o eliminare del tutto eventuali restringimenti di vasi ostruiti. Si raggiunge l’area di intervento e, dopo aver effettuato un rigonfiamento a pressione controllata del palloncino, si ripristina la normale percorribilità del vaso sanguigno.

    Generalmente, i cateteri si applicano quando è strettamente necessario (in particolare, quando si rischia di contrarre infezioni in ospedale). Occorre usare prodotti sterili dopo un accurato lavaggio delle mani. Lo strumento va rimosso subito dopo aver raggiunto lo scopo per cui viene utilizzato.

    Catetere vescicale: la tipologia più utilizzata

    Il catetere vescicale (o urinario) è la tipologia più diffusa e utilizzata. Consente di svuotare la vescica dall’urina in caso di difficoltà nella minzione per vari motivi: occlusione momentanea dell’uretra, allettamento per degenza in ospedale, monitoraggio della diuresi, incontinenza, preparazione ad un’operazione ad un organo pelvico.

    I cateteri vescicali possono essere monouso, ad uso prolungato, in silicone, lattice o poliuretano.

    Questo tubicino sottile e flessibile può essere inserito per attraversare l’uretra o praticando un foro sull’addome (sovrapubico) per raggiungere la vescica.

    Una volta inserito, la fuoriuscita immediata di urina conferma il corretto posizionamento del dispositivo.

    Catetere urinario: tipologie

    Nel corso degli anni, sono stati progettati e sviluppati vari tipi di cateteri vescicali per diverse necessità. Si distinguono modelli differenti in base a vari fattori: lunghezza, calibro, flessibilità, materiale, numero di vie.

    Il catetere urinario può essere permanente o intermittente. 

    Tra le tipologie più comuni,noi vi consigliamo il kit catetere completo di vari accessori idonei al suo utilizzo.

    Il modello permanente viene applicato da un professionista sanitario e, come suggerisce il nome, resta nell’organismo a lungo termine (sostituito con cadenza bimestrale o mensile), per il tempo necessario a svolgere la sua funzione. A sua volta, si distingue il catetere permanente uretrale (inserito nella vescica attraverso l’uretra) e sovrapubico (che raggiunge la vescica dopo essere stato inserito attraverso lo stomaco).

    Il catetere vescicale intermittente (CIC), al contrario, viene rimosso subito dopo lo svuotamento della vescica: viene insegnato all’interessato come usare il dispositivo per cateterizzarsi in autonomia. Viene inserito nella vescica fino a raggiungere l’uretra alla stessa frequenza con cui si va di solito in bagno: 4-6 volte al giorno.

    A loro volta, i cateteri intermittenti possono essere idrofilici e non idrofilici (rispettivamente rivestiti o meno con una superficie scivolosa che agevola l’inserimento e l’estrazione dello strumento.

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