L’aerosol (o nebulizzatore) è un apparecchio in grado di trasformare una soluzione fisiologica o farmacologica in una sostanza gassosa finissima facilmente inalabile dai polmoni.
Questi apparecchi non sono tutti uguali. Le principali tipologie di apparecchi per aerosol disponibili sul mercato sono i modelli a pistone, a ultrasuoni e con tecnologia Mesh (microfori al laser).
In questa guida, ci concentriamo sui primi due modelli, i più diffusi.
Aerosol a pistone o ultrasuoni? Quale scegliere? Bisogna conoscere le caratteristiche delle due tipologie, vantaggi e svantaggi, per rispondere alla domanda.
Aerosol a pistone: caratteristiche
L’aerosol a pistone (o pneumatico) è costituito da tre principali elementi:
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- Compressore, che produce il flusso d’aria;
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- Ampolla, contenente il farmaco;
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- Maschera da applicare per incanalare la soluzione farmacologica o fisiologica verso la bocca.
Durante l’uso, il compressore genera un flusso d’aria che raggiunge la soluzione all’interno dell’ampolla creando una depressione. In questo modo, il liquido si trasforma in gas consentendo alle particelle di farmaco di raggiungere la maschera e di arrivare ai polmoni con l’inalazione.
Le particelle devono essere abbastanza piccole da penetrare negli organi respiratori inferiori, altrimenti il trattamento con l’aerosol risulta inefficace per patologie come broncopolmonite o asma bronchiale. Diversi apparecchi a pistone si rivelano inadatti a trattare malattie più intense o gravi in quanto l’ampolla non produce particelle abbastanza piccole. Il diametro di queste particelle è la caratteristica principale dell’aerosol: dipendono, a loro volta, dalle caratteristiche dell’ampolla, dalla pressione dell’aria e dall’entità del flusso generato.
L’apparecchio aerosol a pistone efficace deve presentare le seguenti caratteristiche tecniche:
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- ampolla in plastica (migliore del vetro) in quanto può essere tarata in modo più preciso, è più facile da lavare e se cade non si rompe;
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- Erogazione di 3 ml di soluzione in meno di 10 minuti (circa 7 minuti);
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- Potenza compresa tra 1,5 e 2,5 atmosfere.
Il miglior aerosol pneumatico deve essere efficace, rapido e non rumoroso.
infatti consigliamo un aerosol a pistone professionale progettato per ridurre al minimo la rumorosità durante l’utilizzo. Ciò garantisce una maggiore comodità durante il trattamento, sia per il paziente che per chi si trova nelle vicinanze.
Aerosol a ultrasuoni: caratteristiche
L’aerosol a ultrasuoni è un apparecchio in grado di disgregare la soluzione in minuscole gocce grazie a un disco in ceramica o altro materiale interno al dispositivo attraversato da una corrente ad elevata frequenza (1-2 Mega Hertz circa). E’ più silenzioso e più rapido nel processo di nebulizzazione rispetto all’aerosol a pistone per cui riduce i tempi di ogni seduta.
Il rovescio della medaglia è dato da un particolare svantaggio: è più soggetto a danni e rotture e potrebbe alterare i principi attivi di alcuni farmaci. Gli aerosol a ultrasuoni tendono a surriscaldare la soluzione da nebulizzare, rischiano di alterarne le caratteristiche e non sono in grado di nebulizzare i corticosteroidi. Tanto che nel foglio illustrativo di certe medicine si raccomanda di non usarle con questo tipo di dispositivo. Bisogna, perciò, capire preventivamente quale farmaco si può usare, prima di acquistarlo.
Resta un dubbio riguardo all’utilizzo del nebulizzatore a ultrasuoni. Nessuno studio ha dimostrato che questa tipologia di aerosol generi goccioline più piccole di quelle prodotte dai modelli pneumatici. Non è stato neanche chiarito ancora quale aerosol scegliere in base al farmaco prescritto o alla patologia da trattare.
Aerosol pneumatico e ad ultrasuoni a confronto
In sintesi, i nebulizzatori a pistone (pneumatici) generano particelle più omogenee, sono più resistenti ed economici. Presentano uno svantaggio: alcuni modelli pneumatici hanno una potenza ridotta e non sono idonei a trattare patologie più intense o gravi.
Gli aerosol a ultrasuoni hanno, da una parte, il vantaggio di essere meno rumorosi e più rapidi e, dall’altra, lo svantaggio di essere più costosi e fragili (si rompono più facilmente). Inoltre, generano particelle non omogenee (di diametro variabile) e possono alterare certi farmaci.
In entrambi i casi, si raccomanda un’accurata pulizia dopo l’uso ed una manutenzione regolare. Il compressore del modello pneumatico deve essere revisionato periodicamente, mentre i filtri dell’aria devono essere regolarmente sostituiti per evitare il rischio di contaminazioni batteriche.
Uno degli strumenti più importanti per la salute di un neonato è lo sterilizzatore. Ogni mamma lo sa che, per proteggere il proprio bimbo da certi rischi dovuti ad agenti patogeni (microbi e batteri), bisogna disinfettare e sterilizzare tutti gli oggetti e gli accessori con cui il neonato viene a contatto.
Lo sterilizzatore garantisce sicurezza in termini di igiene. Fa anche risparmiare tempo prezioso perché consente di igienizzare contemporaneamente tanti oggetti (biberon, ciucci, tettarelle, giocattoli).
Sono disponibili in commercio diverse tipologie di sterilizzatori in base a differenti caratteristiche e tecnologie d’uso.
Come scegliere lo sterilizzatore più adatto a te?
Sterilizzatore: perché è importante usarlo
Lo sterilizzatore è uno strumento estremamente importante per il benessere del neonato. E’ capace di ridurre del 99% la presenza di microorganismi e batteri pericolosi su tutti gli oggetti che entrano in contatto con la bocca del bimbo.
In passato, si immergeva tutto nell’acqua bollente; da diversi anni, è sempre più diffuso l’utilizzo dello sterilizzatore.
Si consiglia di sterilizzare tutti gli oggetti fino ai 6 mesi del neonato, ovvero finché il suo sistema immunitario non è completamente sviluppato (in particolare, le immunoglobine di tipo A).
In quanti modi si può sterilizzare efficacemente?
Come scegliere lo sterilizzatore: tipologie e tecnologie di funzionamento
I residui di latte e cibo a temperatura ambiente attirano i batteri come una calamita: questi ultimi si depositano e si moltiplicano rapidamente rappresentando un pericolo per il bambino.
L’unico modo per garantire un’igiene perfetta è usare lo sterilizzatore, dopo aver lavato bene tutto (senza usare sostanze chimiche) eliminando eventuali ostruzioni.
In termini di tecnologia di funzionamento, esistono due macro-gruppi: gli sterilizzatori a caldo e a freddo.
Tra i modelli a caldo, troviamo quelli elettrici e a microonde che utilizzano il vapore ad elevate temperature.
Gli sterilizzatori a freddo utilizzano sostanze chimiche per eliminare la carica batterica e virale sugli oggetti.
Più di recente, sono comparsi sul mercato gli sterilizzatori portatili (da usare anche fuori casa) che sfruttano i raggi UV.
Sterilizzazione a caldo
La sterilizzazione a caldo è il metodo più tradizionale ed economico. Consiste nel far bollire gli oggetti: una volta raggiunti i 100°, l’acqua può distruggere qualunque tipo di microorganismo nocivo per la salute.
Si consiglia di immergere gli oggetti in una pentola con acqua fredda, metterla sul fuoco e portarla in ebollizione mantenendo gli oggetti all’interno per almeno 20 minuti mentre l’acqua bolle. Poi, gli oggetti si lasciano asciugare ponendoli su un ripiano.
E’ una tecnica efficace ma il processo è lungo (dura oltre un’ora) e complesso.
Sterilizzatori a vapore
Per la sterilizzazione a vapore è necessario munirsi di un apparecchio apposito con un bollitore che fa aumentare la temperatura dell’acqua mentre il termostato la mantiene costante. Il vapore acqueo emesso disinfetta tutti gli oggetti sistemati in un cestello.
Biberon, ciucci e altri accessori saranno di nuovo pronti all’uso dopo soli 10 minuti.
Sterilizzatori a freddo
Lo sterilizzatore a freddo richiede l’uso di sostanze chimiche efficaci contro i batteri che sono, comunque, innocue per il piccolo. Queste sostanze (in forma di granelli o capsule) vengono sciolte nell’acqua prima di immergere gli oggetti lasciandoli in posa per almeno un’ora. In seguito, basterà risciacquare abbondantemente con acqua prima di usarli in tutta sicurezza.
Questo tipo di sterilizzatore è maneggevole, versatile e più compatto e non richiede l’uso di corrente elettrica per funzionare, quindi si può usare ovunque.
Sterilizzatori elettrici
Tra gli sterilizzatori a caldo, i modelli più diffusi sono quelli elettrici, che funzionano tramite corrente. La base della sterilizzazione resta l’acqua bollente ma tutto il processo è automatizzato.
Per usare gli sterilizzatori elettrici, basta riempire un apposito serbatoio di acqua, inserire gli oggetti nel vano, richiudere il coperchio e attivare l’apparecchio.
E’ uno dei migliori metodi in quanto è naturale, non serve usare agenti chimici ma solo il vapore. Inoltre, è rapido (il processo dura dai 7 ai 15 minuti) ed impedisce il deposito di calcio. L’unico svantaggio è che si può usare solo dove ci sia una presa di corrente: il consumo di corrente elettrica è minimo.
Due fattori da valutare: materiali e capienza
Nella scelta dello sterilizzatore, è importante considerare i materiali: è da preferire la plastica dura resistente alle alte temperature che non rilasci sostanze tossiche durante il funzionamento. Il modello da acquistare deve essere certificato con il marchio CE e BPA free, che non rilasci il bisfenolo A.
Un altro aspetto da considerare è la capienza dell’apparecchio considerando che bisogna sterilizzare tutto, non solo ciucci e biberon ma anche, ad esempio, i giocattoli. Di conseguenza, conviene scegliere un apparecchio il più possibile capiente.